A un certo punto della vita, alcune persone sentono una chiamata.
Scende dalle montagne e ti obbliga ad alzare la testa per guardare in alto. Ti suggerisce nomi di cime e ti chiede di iniziare a sognare. Benedizione e condanna, è una vibrazione che, una volta conosciuta, non può più essere ignorata.
Capita
a volte che quel richiamo parta da lontano e che arrivi alle orecchie di due
mountain biker ai piedi delle Dolomiti, parla di un sogno, racchiuso su una
delle cime più alte delle Ande.
I due rider sono Giovanni Mattiello e Andreas Tonelli e hanno appena riscritto
le regole dell’alpinismo andino scendendo dalla cima del Cerro Mercedario
(6770m) su due ruote.

Partiti
da Santiago, hanno tenuto le teste alzate alla volta della montagna su cui
hanno sognato e studiato una delle discese più lunghe e folli percorribili su
questo pianeta. Quasi 4000 metri di puro downhill in regalo solo a chi è in
grado di raggiungere la cima portandosi la propria bici sulle spalle.
Una fusione tra alpinismo e MTB che prende forma, mano
a mano che la montagna si avvicina: dalla sosta a Barreal, al passaggio a
Laguna Bianca, con i colori e le sfumature del paesaggio andino che contornano
il progetto di ascesa.
E poi l’attacco alla vetta,
di campo in campo, fino all'
Hoyada, l'ultimo avamposto a 5700metri. 12 ore di fatica sono il biglietto
richiesto per l’ascensione finale, 12 ore di freddo e sofferenza, nel silenzio
interrotto solo dal rumore dello sforzo e del vento.
La cima ha il potere di trasformare la fatica in soddisfazione e la discesa, di
dare senso al sapore aspro della salita e questo Giovanni e Andreas lo sanno
benissimo quando dopo 8 giorni, per la prima volta da quando sono partiti, hanno
finalmente guardato giù.
La
loro impresa, è la testimonianza che la passione per la mountain bike va ben
oltre il puro tecnicismo; è arte di vivere l’avventura, sfidare l’ignoto, con
le gambe che lasciano spesso e volentieri spazio al cuore: un invito ad
inseguire il proprio sogno.
Noi di selle San Marco siamo felici di esserci stati quando Giovanni e Andreas
hanno vissuto il loro, quando per un attimo il richiamo delle montagne si è
trasformato in un urlo. L’urlo di chi per primo ha sceso la 4° montagna più
alta d’America sopra la sua MTB.
