Dall'Antartide all'Australia

From Antarctica to Australia

Finding the connection between two places so different from each other requires a lot of imagination. But it's difficult. After all, no place in the world is comparable to Antarctica: as confirmed by astronaut Luca Parmitano, the only possible comparison is with the International Space Station.

 

Tuttavia, dopo oltre 48 giorni trascorsi in solitaria in Antartide, il luogo più remoto ed estremo del pianeta, è dall'Australia che sono partito per riprendere contatto con il mondo civilizzato. Il tempo trascorso in Australia l'avrei trascorso partecipando all'Indian Pacific Wheel Ride, una gara di ultra-ciclismo senza supporto di 5.500 km. Sono tornato a partecipare agli eventi ciclistici solo poche settimane dopo il ritorno dall'Antartide, ma stavo per sperimentare di nuovo l'isolamento, questa volta su scala più piccola.

A few hundred kilometres after the start of the race, the course leaves the city of Perth in Western Australia and sees the competitors enter the Nullarbor desert: a section of more than 1,000km, characterised by very strong winds and suffocating heat. The opportunities to refuel and rest in small and isolated gas stations alternate every 100-150km. This makes the race all about adventure and discovery of the surrounding environment and one's own inner limits. Not that I was looking to go into too much depth on the latter subject, but, as they say, you always have to keep your body (and in this case mind) well trained!

 

Il gran caldo e i paesaggi tutt'altro che noiosi del deserto hanno reso la prima parte del viaggio una piacevole scoperta. Forse perché, poche settimane prima, avevo attraversato un altro deserto, molto più bianco e monocromatico. Questa scoperta è stata resa ancora più ricca dopo aver raggiunto la parte centrale della gara: la Great Ocean Road e i suoi paesaggi mozzafiato, accompagnati da un'incredibile fauna australiana. Canguri e wallaby, vombati e i simpatici koala hanno reso i chilometri meno pesanti e la sensazione di fatica causata dal vento un po' meno dura. 

It is the last section, however, that literally leaves me speechless. Given my familiarity with the European Alps, I didn't have too many expectations of the Australian region bearing the same title. But the passes that followed one after the other, in complete solitude and almost total absence of traffic, and that also took me over 1,500 metres above sea level, added immense value to the beauty that I had taken in so far.

 

Una piccola nota va riservata al meteo: abituato a pedalare nelle condizioni più difficili ed estreme, per uno strano scherzo del destino, il primo vero acquazzone è arrivato solo quando ho raggiunto il traguardo. Non appena mi sono sganciato dai pedali, è scoppiato un temporale all'ombra dell'iconica Sydney Opera House.

 

For this adventure race, I used my tried and tested setup that I use on my long, ultra cycling rides. I've been using this setup since the Trans America and the mild Australian climate allowed me to lighten my load a bit also. I have the right balance of minimalism and efficiency without ever forgetting comfort, thanks also to the choice of the appropriate saddle. My favourite again: Aspide Short Supercomfort.